Oggi sveglia alle 6 ed ora sto un po' inssonnolito in una fase di primo risveglio.
Stanotte una bella pioggerellona, tuoni e fulmini, e l'aria si è ben rinfrescata (miki, dovresti fare più spesso la danza della pioggia) ed oggi in ufficio si respira anche senza aria condizionata. Nel pomeriggio porto il cinquino dal medico dei motori, nulla di grave, solamente la biennale, oramai inizia ad avere una certa età.
E poi domani, weeeeeek eeeeend.
Siamo già a giugno. Si si, lo so che oggi è ancora 31 maggio, ma qua già si respira aria di giugno, un po' perchè il weekend che si avvicina mette il buon umore, ma anche perchè il caldo c'è e non si può negare. Benedetta sia l'aria condizionata.
E anche per oggi è andata.
P.S. Votate al sondaggio sui commenti!!!
Prima ho omesso volontariamente i risultati siciliani, perchè meritano una riflessione a parte.
Beh, lì ha vinto Totò Cuffaro, è vero, e nessuno discute su quanto deciso dall'elettorato, ma guardando a fondo il responso degli elettori, la vera vincitrice "morale" secondo me è stata proprio Rita Borsellino, che, nonostante una candidatura un po' travagliata e una campagna molto sottotono, è riuscita a contenere la vittoria del presidente uscente, riuscendo anzi a fargli subire un calo di voti di quasi 10 punti percentuali rispetto alle elezioni precedenti.
Un dato politico abbastanza pesante, che evidenzia allo stesso tempo un parziale incremento della coalizione di centrosinistra rispetto alle recenti elezioni politiche. A dimostrazione che ragionando sul proporzionale e non sul maggioritario, la gente è capace di valutare con più attenzione il valore del potere elettorale.
A Roma vince il "modello" Veltroni. A Milano vittoria non proprio netta del ministro "Pay" Moratti. A Torino Chiamparino vince con un risultato "olimpico". A Napoli per la Jervolino un'elezione che è "nu babbà". In sintesi questo il responso delle urne nelle città dove il voto era maggiormente sotto i riflettori. Ma in generale il voto amministrativo, senza grandi sorprese ha riconfermato le alleanze che già erano alla guida dei singoli enti, mettendo a tacere ogni cassandra che prevedeva risultati tali da dare spallate o affossare il neonato governo nazionale.
La vittoria di Roma, è stata la conferma per una scelta di governo che pone la Capitale sempre più lanciata come locomotiva d'italia, con incrementi sia nel settore produttivo e industrale, sia in quello economico, che ovviamente nel turismo. Un "modello Roma" da esportare, che si contrappone ai tentativi maldestri di trasformare l'area romana in una banale metropoli regionale, senza valorizzarne e svilupparne le tipicità.
Il successo della Moratti, scontata più che altro perchè nella roccaforte Berlusconiana, ha avuto dei momenti di vero thrilling, con un risultato flottante che ha fatto temere per più volte il rischio ballottaggio. Evento che se si fosse realizzato, anche con la vittoria al secondo turno, avrebbe comunque significato una sonora sconfitta per le alleanze leghistoforziste. Cmq, un risultato positivo ottenuto da entrambe le parti.
A Torino, il sindaco uscente è stato premiato per un impegno durato ben 5 anni e terminato con le Olimpiadi invernali di febbraio. Una vetrina mondiale nella quale la Torino sabauda e industriale si è rivelata in una nuova veste, più moderna, più accattivante e più europea. In pochi anni è riuscito a far uscire la città dal suo guscio per offrirla al mondo. Un regalo più che altro per i torinesi.
Una Jervolino grintosa invece si è riaffermata a Napoli, città dai caldi colori e dalle forti contrapposizioni. Ha avuto in passato un mandato difficile al termine del quale ha deciso di rimettersi in gioco. I suoi concittadini l'hanno premiata per l'impegno, e per la continuità in un sentiero aspro e difficile iniziato molti anni fa da Bassolino.
Quella di ieri, anche se scivolata via abbastanza in grande silenzio, tra i primi caldi dell'estate imminente e le elezioni per metà del paese, è stata una giornata di quelle che veramente ha fatto la storia.
Papa Benedetto XVI
Foto presa dalla rete
E' un po' complicato da spiegare senza finire in assurde retoriche o banalismi laicheggianti. La presenza di un Papa ad Auschwitz, forse quasi non fa testo, ma il fatto che questo Papa, Benedetto XVI, sia Tedesco, rende la giornata indelebile. I suoi sguardi e i suoi gesti hanno fatto trasparire, dietro a quel velo di ghiaccio che fa parte del suo carattere mitteleuropeo, tutto l'orrore verso il genocidio del popolo ebraico e di tutte le vittime innocenti che intendevano opporsi all'obrobrio nazista. Lui, che come il suo predecessore Giovanni Paolo II ha vissuto in prima persona l'orrore di una guerra infame e folle, con un discorso di grande forza sentimentale ed emotiva, e allo stesso tempo carica di condanna, ha chiesto al mondo, a nome del popolo tedesco, della nazione che gli ha dato i natali, perdono per le colpe di un "gruppo di criminali" che con la violenza ha costretto con la violenza il suo popolo a prendere parte allo sterminio nazista.
Le parole più forti son giunte quando, con la stessa rabbia con cui Paolo VI pronunciò l'omelia per Moro, si è domandato perchè Dio in quei giorni di sangue non fosse stato presente in quei luoghi di martirio. Una affermazione forte, che fa discutere e soprattutto, che non deve far dimenticare MAI quanto accaduto in un passato che da moltissime parti si sta cercando di negare e nascondere.
Un discorso che inaspettatamente è stato letto in italiano. Quasi a rimarcare maggiormente il suo legame forte con il paese che lo ospita, dal quale piano piano sta facendosi contagiare, e che lentamente sta inziando ad apprezzarlo.
Sono giorni come questi che fanno la storia.
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