La giornata ancora non volge al termine, ma io sinceramente vorrei essere già due ore avanti. Probabilmente oggi ho già raggiunto il livello di saturazione, come ben evidenzia la mia gambetta in continuo movimento. Evvabbè!
Veniamo nel dettaglio con gli appuntini della giornata.
Una giornata al lavoro piena, con molte cose da sbrigare, anche personali. Convivo con una costante paura di sbagliare e un leggero fastidio per ogni osservazione o puntualizzazione negativa.
Il desiderio più grande e forse anche una tentazione inconscia in queste fasi, è quella di mollare tutto andare via e concentrarmi unicamente alle mie passioni. Rimane sempre però un mai sopito e velato desiderio di abbandonarsi veramente al nulla più assoluto. Conseguenza di tutto questo, un bel mal di testa. E tante cose da fare che si accumulano e devono essere affrontate.
A questa già tranquilla situazione, inseriamoci un errore sul lavoro. Consideriamolo errore, ma la sua valutazione può variare a seconda delle sfaccettature e dei punti di vista. Per me, personalmente, è soltanto la naturale conseguenza di una mancanza di comunicazione tra gli uffici. Ma l'arroganza di terze persone nell'affrontare la situazione, mi suscita rabbia, fastidio, una grande delusione interna legata a nervosismo e un po' di timore per chissà quali effetti possano scaturirne. Errare umanum est, ma a volte sembra che non si debba mai sbagliare. Io ho una intelligenza umana, quando verrò dotato anche di una artiiciale ne riparleremo. Questa situazione scatena in me una voglia, repressa, di reagire, di rispondere a tono esigendo rispetto per la persona oltre che per il collega. Invece nessuna azione, un vuoto mentale e un blocco nella volontà di agire che lasciano cadere così ogni sensazione ed emozione. Che rimangono comunque a covare al mio interno, ingenerandomi nervosimo e fastidio.
Sempre maggiore la voglia di andare a casa.
La giornata è composta da più situazioni e noi siamo pronti a viverle.
Riesco a portare a termine una prima fase di un lavoro ho preso sulle spalle da qualche mese e nel quale sto lavorando da solo. E' una mia piccola creatura e dopo averla fatta crescere, sapere che sta per iniziare a muovere i suoi primi passi, mi da soddisfazione, fiducia e voglia di proseguire lungo quel sentiero. Da condividere purtroppo con altre strade meno piacevoli.
Questa piccola nota positiva mi ridà un po' il sorriso, e mi ha permesso nel frattempo di portare a conclusione alcune piccole cose che mi ero lasciato arretrato. Le montagne da scalare stanno ancora qui davanti, e non credo che oggi affronterò grandi pareti. Al massimo mi porto avanti fino alla fase successiva.
Se nelle prossime due ore non arriva l'Apocalisse.
Nuova sezione dove archivio pensieri e riflessioni così come indicatomi dal medico. Quindi, non vi preoccupate o angosciate per me se leggerete delle mie follie o angosce. O al massimo gioite con me se ci saranno riflessioni felici o di buon umore.
Ma entriamo nella giornata, seguendo lo schema assegnatomi, affrontando Situazioni > Emozioni > Pensieri > Azione.
E' la solita monotona e fastidiosa giornata di lavoro, con i soliti alti e bassi e ghirigogoli stilistici. E troppe cose da fare, a volte senza senso. Forti le sensazioni di fastidio e agitazione, che mi condizionano fortemente sui miei impegni. Primo sintomo di quella sequenza che mi porta poi alla crisi di ansia. Ma cerco di mantenere un po' di autocontrollo. Come conseguenza causa/effetto, ecco che vien fuori un blocco mentale che mi impedisce di lavorare, riflettere o impegnarmi per alcune decine di minuti. con una paralisi lavorativa e forte difficoltà nel ripartire e nel concludere tutto quello che era stato avviato.
Qualche minuto, training, svuoto la mente e passa il blocco, anzi, per alcuni minuti, come un fiume in piena, riesco a riprendere al 100% la gestione del lavoro. Per poi scemare piano piano in attesa che giunga la sera.
Fattore comune che mi accompagna giorno per giorno da alcuni mesi.
E domattina si ricomincia. Vedremo che succederà.
Gli aggiornamenti ovviamente on Gionni's net board!
Oggi la prima seduta con il medico dei matti. Pensavo peggio, il tipo è simpatico, alla mano e, ovviamente, chiacchierone.
O forse è solo una mia impressione perchè ci sono andato spontaneamente e benvolentieri, quindi senza timori, paure e paranoie. E soprattutto, non è come dal dentista, che solo che apri la bocca son dolori... fisici e monetari.
Comunque, in generale, abbiamo fatto una bella infarinatura dei miei malanni mentali, cercato insieme di capirne qualcosa, ed è questa la cosa che mi è piaciuta di più, l'analisi alla Marzullo, si faccia una domanda, si dia una risposta e cerchi di capirne il perchè. E' un confronto, e come tutti i confronti è costruttivo. Mi ha dato un compitino per casa. Scrivere Situazioni, Emozioni, Sensazioni ed Azioni che mi coinvolgono o colpiscono. In parole povere un BLOG.
Mi sa che per una volta tanto sto fin troppo avanti...
Quello che resta in mente è una scena agghiacciante, con la nave veloce SegestaJet sventrata dalla prua del mercantile di Antigua.
Conosco lo stretto di Messina, conosco il traffico navale che quotidianamente ci passa. Conosco anche vagamente le norme che regolano la navigazione.
E soprattutto, pur essendo uno "stretto" spazio di manovra c'è.
Perchè allora le due, o tre, navi convergevano verso lo stesso punto? Fatalità? Distrazione?
Incoscenza.
Vi lascio con un articolo di Repubblica.it
Tragedia nello Stretto, forse un traghetto la "terza nave" dell'incidente dell'aliscafo
MESSINA - C'era forse una terza nave nello specchio di mare dello stretto di Messina, a circa un miglio e mezzo da San Raineri, dove si è verificata la collisione tra un traghetto veloce delle Fs, il "Segesta Jet" e un Portacontainer "Susan Borchard", battente bandiera di Antigua. La Capitaneria di Porto di Messina sta lavorando sulla base di un'ipotesi precisa, anche se ancora tutta da verificare. Il terzo natante coinvolto sarebbe il traghetto "Zancle" della compagnia privata Caronte&Tourist, in servizio tra il porto di Reggio e quello siciliano. Una di quelle navi che fanno la spola tra Calabria e Sicilia, cariche di automobili e tir. Un mezzo che, involontariamente ha avuto un ruolo nella tragedia. Che, forse, non ha dato la precedenza alla "Segesta", costringendola ad una brusca virata. Manovra che l'ha portata ad incrociare la rotta del cargo straniero.
Del traghetto ha parlato Antonio Samiani, comandante della Capitaneria di Porto di Messina, che sta conducendo alcuni accertamenti sulla dinamica dell'impatto costato la vita a 4 componenti dell'equipaggio delle Fs e 62 feriti.
La presenza dello "Zancle" è confermata in una nota dalla stessa compagnia, che ha avviato un'indagine conoscitiva interna "per determinare la posizione della propria flotta in servizio al momento dell'impatto, composta da 7 unità". Ma secondo la "Caronte&Tourist" il traghetto "aveva visto sfilare normalmente alla propria poppa la Segesta prima del momento dell'incidente". Dai dati del sistema satellitare AIS, sempre secondo le informazioni diffuse dalla Caronte& Tourist, "emerge chiaramente che Segesta non ha modificato la propria rotta e velocità, rimasta praticamente costante dall'uscita dal Porto di Reggio Calabria, per poter sfilare in sicurezza di poppa alla Zancle".
Il comandante Samiani dopo un sopralluogo sul relitto ha tuttavia spiegato che "è ancora presto per riuscire a ricostruire dettagliatamente quanto accaduto". Il Pm Francesco Mollace della Procura di Reggio Calabria, incaricato di condurre l'inchiesta, ha negato di essere a conoscenza della presenza della terza nave. "Ieri sera - ha detto - abbiamo lavorato fino a notte fonda assieme alle forze dell'ordine ed ai responsabili della navigazione sullo Stretto. Nessuno ha fornito informazioni sulla presenza di una terza imbarcazione nei pressi dello specchio di mare teatro dell'incidente".
Anche per il magistrato reggino "è troppo presto per ricostruire la dinamica dei fatto", tanto più che "gli uomini dell'equipaggio che erano alla guida dell'aliscafo con compiti di comando e di decisione sono tutti morti". Il riferimento è al comandante delle "Segesta" Sebastiano Mafodda e al direttore di macchina Marcello Sposito. Entrambi restati schiacciati dalle lamiere mentre si trovavano in plancia di comando.
Di certo al momento c'è che le "leggi" che regolano i movimenti dei natanti nello Stretto di Messina sono "ferree". Esiste infatti un codice di navigazione preciso. Tra l'altro, proprio per la sua stazza, la Susan aveva pochissimi margini di manovra, mentre la "veloce" delle Fs è considerata molto più agile.
La verità molto probabilmente emergerà nelle prossime ore quando gli inquirenti potranno accedere alle registrazioni del radar che controlla lo specchio di mare tra Reggio e Messina. Un sistema che registra tutti i movimenti, compresa, quindi, la presenza della terza nave di cui ha parlato Samiani.
GIUSEPPE BALDESSARRO
(16 gennaio 2007)
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