Ultimamente sono troppo lamentoso, con me stesso e con gli altri. Ho i miei buoni motivi (e non accetto quando mi si mettono in dubbio), e brontolare è l’unico modo che ho per scaricare il troppo stress e le troppe, diciamo così, prese per il culo che mi vengono rifilate.
Sono stanco, stanco mentalmente, stanco fisicamente, stanco soprattutto psicologicamente.
Troppe situazioni che non riesco a digerire e adesso mi trovo punto e accapo come in Provincia, e visto lo stato dei fatti, molto probabilmente questa volta giungo al punto che abbandono ogni strada intrapresa. Ne va della mia sanità mentale e non ho più purtroppo il carattere per accettare compromessi.
O si decide subito oppure guardo altrove.
Troppo idealista? No, corretto che chiede correttezza. Gli esami li voglio fare quando necessitano, non per la gloria.
Ovviamente a rendere le cose più semplici da sopportare ci si aggiungono le persone che dovrebbero aiutarmi a superare serenamente le difficoltà e invece paradossalmente me ne alimentano ulteriori. Conseguenza, per evitare il mio massacro personale, le devo OBBLIGATORIAMENTE mettere ciascuna al loro posto. Non per minore importanza, ma per pura e semplice salvaguardia personale.
Diciamo le cose come stanno, a me sta situazione non sta bene.
Non mi sta bene l'ambiente, non mi stanno bene le premesse, non mi sta bene il modo di approcciare.
Ok, adesso tocca scegliere tra cuore e ragione che anche se al 90% coincidono tra loro, rimane un 10% nel quale la ragione mi vuole far ragionare ed egoisticamente cercare i vantaggi.
Che malditesta
Di per se il termine può far pensare subito a due cose, alla sensibilità intesa come senso tattile, oppure alla caratteristica caratteriale, tipica delle persone che sanno dire le cose giuste al momento giusto senza ferire e con la giusta diplomazia.
Dote questa che forse non ho... o che riesco a gestire solo quando mantengo la giusta lucidità e non mi faccio travolgere troppo dai sentimenti/emozioni. Quando ti prende il timore di fare la mossa sbagliata il più delle volte perdo questo pregio e divento istintivo. Il che non è un male, ma il più delle volte dopo fa star male.
Questione di egoismi. Che fortunatamente non fanno parte di me.
Ma io volevo comunque parlare di un'altra forma di sensibilità, quella che personalmente mi genera batticuore. La sensibilità nel vedere situazioni o cose che appunto mi colpiscono e/o a volte feriscono. Un moto interno che innesca una reazione a catena di pensieri, riflessioni, sensazioni il più delle volte non positive. E l'agitazione insieme ad un turbinio di pensieri prendono possesso di me, mi sconvolgono la testa senza un motivo apparente. Perchè alla fine un motivo non c'è.
Ma non mi aiutano a mantere la serenità e la lucidità nella mia vita quotidiana.
I mesi di analista mi hanno indubbiamente aiutato a rialzarmi e ad affrontare le cose della vita con la grinta e la coscenza delle mie infinite potenzialità. Se voglio questo mondo lo rivolto.
Ma l'analisi non è riuscita a risanare quelle sensazioni ancestrali che purtroppo ancora riemergono e mi creano un grande sfarfallio nello stomaco. Credo che l'unico modo per vincerle sia affrontarle, sforzandosi fino all'ultimo briciolo di forza a mantenere la lucidità... ('na parola...)
Vivo la vita nella sua immensità e non mi fermo certo a guardar le stelle cadere.
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