Diciamo le cose come stanno, a me sta situazione non sta bene.
Non mi sta bene l'ambiente, non mi stanno bene le premesse, non mi sta bene il modo di approcciare.
Ok, adesso tocca scegliere tra cuore e ragione che anche se al 90% coincidono tra loro, rimane un 10% nel quale la ragione mi vuole far ragionare ed egoisticamente cercare i vantaggi.
Che malditesta
Di per se il termine può far pensare subito a due cose, alla sensibilità intesa come senso tattile, oppure alla caratteristica caratteriale, tipica delle persone che sanno dire le cose giuste al momento giusto senza ferire e con la giusta diplomazia.
Dote questa che forse non ho... o che riesco a gestire solo quando mantengo la giusta lucidità e non mi faccio travolgere troppo dai sentimenti/emozioni. Quando ti prende il timore di fare la mossa sbagliata il più delle volte perdo questo pregio e divento istintivo. Il che non è un male, ma il più delle volte dopo fa star male.
Questione di egoismi. Che fortunatamente non fanno parte di me.
Ma io volevo comunque parlare di un'altra forma di sensibilità, quella che personalmente mi genera batticuore. La sensibilità nel vedere situazioni o cose che appunto mi colpiscono e/o a volte feriscono. Un moto interno che innesca una reazione a catena di pensieri, riflessioni, sensazioni il più delle volte non positive. E l'agitazione insieme ad un turbinio di pensieri prendono possesso di me, mi sconvolgono la testa senza un motivo apparente. Perchè alla fine un motivo non c'è.
Ma non mi aiutano a mantere la serenità e la lucidità nella mia vita quotidiana.
I mesi di analista mi hanno indubbiamente aiutato a rialzarmi e ad affrontare le cose della vita con la grinta e la coscenza delle mie infinite potenzialità. Se voglio questo mondo lo rivolto.
Ma l'analisi non è riuscita a risanare quelle sensazioni ancestrali che purtroppo ancora riemergono e mi creano un grande sfarfallio nello stomaco. Credo che l'unico modo per vincerle sia affrontarle, sforzandosi fino all'ultimo briciolo di forza a mantenere la lucidità... ('na parola...)
Vivo la vita nella sua immensità e non mi fermo certo a guardar le stelle cadere.
Ho sempre amato molto questa canzone, per la grande forza di combattere, di non arrendersi e di non smettere mai di sperare e di vivere che mi da e per la forte grinta che esprime con la sua melodia.
E' la mia colonna sonora nei momenti di difficoltà, di indecisione e di incertezza.
Forse scorre dentro il silenzio il senso
e il profilo della vita è tra le cose
e anche il buio serve ad immaginare
la ragione che ci invita a provare
so che può far bene anche gridare
per riscattare l'anima dal torpore
so che ad ingannarmi non è l'amore
perché voglio amare
Io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare a farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
Contro il mio equilibrio sempre un po' precario
libero l'istinto, ciò che mi sostiene
emozione nuova senza nome
la ragione che ci invita a continuare
per questo problema non ho soluzione
io mi sento vittima e carceriere
so che ad ingannarmi non è l'amore
perché voglio amare
Io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
Forse la coscienza, il senso della vita
sta in mezzo a mille notti o forse più
non servirà a tradire semplicemente amare
qualsiasi cosa che ti dà di più
Io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
io voglio vivere, ma sulla pelle mia
io voglio amare e farmi male, voglio morire di te...
Nomadi
E' vero, ammetto di essere un codardo, soprattutto in situazioni come queste nelle quali mi sono ritrovato adesso. E pur sapendo che sono situazioni che ti fanno crescere, io sono un codardo perchè non vorrei mai trovarmici, o cmq non vorrei mai farmici coinvolgere così tanto.
Tra cuore e ragione cosa scegliere, probabilmente la domanda più atroce e straziante che uno si possa porre nella propria vita. Seguire il cuore, l'istinto, sentire le proprie sensazioni e fare una scelta dettata unicamente dalla passione e dall'irrazionalita, senza valutare quindi i pro e i contro, vantaggi e svantaggi, oppure perdersi nel turbinio della ragione, affondarsi in ragionamenti, riflessioni, calcoli e analisi. Cercando di otttenere il più possibile magari da un qualcosa che di per se nasce ostico.
Il Cuore di fare ciò che forse è sbagliato, ma non ti crea profondi problemi di coscienza, o la Ragione che guarda all'ambizione e al conto in banca, ma che dentro di te ti tormenta e ti mette in disagio.
Ecco, vorrei non dover mai dare retta a questo conflitto.
Il paradosso che pensandoci, facendomi coinvolgere, vado dalla parte della Ragione. Perchè apro un dibattito interno, una riflessione, e metto in discussione il mio stesso cuore.
Ma il cuore non ti fa mai pentire della mossa fatta. La ragione si.
Bel dilemma!!!
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