Ritiro fuori un po' di fondamenti di fisica... se mi ricordo bene le formule.
L'ho sempre detto che sono contorto mentalmente, ma nel caso specifico, voglio applicare su me stesso la formula Hook, analisi fisica della quale sto vivendo in questo momento probabilmente il culmine del momento torcente...
Post edit del 19 marzo: La formula può essere applicata sia nella globalità della propria vita, che utilizzata singolarmente per analizzare ogni singolo accadimento. Nel mio caso, preferisco la seconda soluzione, cioè il particolare periodo che sto attraversando. Non me la sento di metterla in relazione alla mia vita per intero.
Veniamo in dettaglio:
La deformazione che può subire un corpo, in questo caso astratto, ma pur sempre io, sottoposto a sforzo, ha un andamento come quello mostrato nel grafico.
Mi sento tanto come un tondino di acciaio in torsione.
Il grafico è lineare fino al punto 1, dove il corpo mantiene caratteristiche elastiche, si deforma sotto l’azione delle forze esterne, nel caso specifico situazioni o eventi che mi accadono attorno e mi coinvolgono, al cessare delle quali il corpo/me riprende la configurazione primitiva, ritornando quindi nella situazione di tranquillità e serenità. Sottoposto ad uno sforzo maggiore, nella curva compresa tra il punto 1 e il punto 2, detta di deformazione plastica, si arriva ad un livello che si può considerare un punto di non ritorno, in quanto, anche se viene eliminato lo sforzo applicato, quindi svaniscono le situazioni o gli eventi scatenanti, il corpo/me, non ritorna al proprio stato iniziale in quanto è intervenuta una forza superiore all'elasticità che va a mutare quindi anche il mio carattere e quelle che sono i miei rapporti interpersonali. Una mutazione generale, che è rappresentata dall'apatia e dalla stanchezza, somatizzazione del malumore e dei disagi. Applicando uno sforzo ancora maggiore, quindi venendo a coesistere tutta una serie di eventi che acutizzano stress e disagio, si arriva agevolmente al punto 3, il carico di rottura, subendo il quale il corpo/me, si rompe.
Va in frantumi tutto, ed eccomi che finisco nuovamente al Pronto Soccorso.
Stringo i denti, ma la lettera alla fine è stata riscritta ed è tornata nel cassetto in attesa di un suo utilizzo.
Devo solo decidere cosa fare prima, se finire di nuovo al Pronto Soccorso, o consegnarla accettando l'ennesima sconfitta e rinunciando a molte cose.
Ardua sentenza.
In questi giorni, pur non avendo messo in rete nuovi post, a parte qualche nota musicale, comunque son stato presente con commenti o lasciando tracce qua e là nella blogosfera. Poi, chiacchierando con molti di voi, miei cari lettori, ne son venuti fuori molti di ragionamenti che mi hanno portato verso tutta un'altra serie di riflessioni sulle quali però... non ne sono ancora giunto a termine. Prima o poi li troverete su queste pagine, ma per ora dovete aspettare.
Volente o nolente, mi trovo pur sempre a combattere con un lavoro che non mi lascia gli spazi necessari per gestire le questioni personali, tralascio ulteriori commenti sulla paradossalità della situazione, e quindi, il più delle volte i miei stessi pensieri si affogano in problemi che non hanno nulla da condividere.
Un po' quel turbine di emozioni e sensazioni che qualche mese fa mi mise KO. Insomma, siamo punto e accapo, ma non avevo mai messo in dubbio che la situazione cambiasse o migliorasse. Lo status quo delle cose è questo e ne sono ampiamente cosciente, quindi, stringiamo i denti e andiamo avanti.
Se prima non avevo la forza di reagire, adesso, tutta una serie di eventi e di soddisfazioni, e qualche piccola rivincita, mi da quella spinta per non lasciarmi travolgere. Non dico che riesco a combattere e vincere in una battaglia impari. Ma almeno riesco ad arginare quello che mi turba.
Però è difficile, veramente tanto difficile.
A questo aggiungiamoci persone a me care, vicine e lontane, che spesso, pur con giuste convinzioni, mi mettono in situazioni di disagio personale sulle quali mi trovo costretto ad abbozzare. Comprendo le necessità degli altri, però a volte mi chiudo forse troppo a guscio e non faccio trasparire quelle che sono le mie reali necessità, specie quando ho bisogno di serenità o che non mi si creino troppe tensioni attorno.
Non scordiamoci però che la vita è bella perchè è avariata!
Ahuuuuuuuuuuu!!!
Quanto accaduto ieri è ridicolo, assurdo, paradossale, inconcepibile. E Catania è stato soltanto l'ultimo di una fin troppo lunga serie di eventi.
Siamo in guerra e neanche lo sapevamo.
Foto tratta da Gazzetta.it
|
E' vero, quanto ho detto va contro la mia profonda morale cristiana, va contro ogni mio concetto di rispetto della vita umana. Ma... ma... ma la rabbia è forte. Diciamo di vivere in democrazia, e viviamo invece in un regime di terrore che non viene dai palazzi del potere, sennò saremmo in dittatura e forse tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Tutta questa violenza viene invece dal profondo del disagio sociale e, lasciatemelo dire, mentale. Un pericoloso fuoco che viola ogni libertà umana. Troppa democrazia che sta instaurando una violenta dittatura sociale.
Bisogna avere paura ad andare allo stadio, a frequentare luoghi affollati, a prendere la metropolitana, ad uscire la sera. Perchè chi ci tutela muore, e chi invece dovrebbe pagare per le proprie colpe, anzi, va in giro anche a vantarsene. E poi... e poi, altri decerebrati che osannano la morte di Raciti come una forma di vendetta per la morte di un altro che se l'è veramente cercata, proclamandolo quasi un martire di non so quali ideali folli.
Si può morire per la Fede, ma è inconcepibile morire perchè te lo dicono altri.
Foto tratta da Gazzetta.it
|
Il campionato 2006-2007 deve finire qui, nessuno scudetto assegnato, nessuna squadra nelle coppe europee. A pagarne saranno le società e gli ultras onesti, è vero. Ma è anche da loro stessi che deve partire un segnale di repressione. Per allontanare chi va allo stadio per UCCIDERE.
Il calcio potrà riprendere solo dopo un profondo cambiamento, una vera e propria rifondazione. Come in Inghilterra. Dove non esistono recinzioni, il tifo è tifo e non antagonismo e violenza.
Loro ci sono riusciti, sono così più avanti di noi?
Sennò torniamo ai circhi romani. Facinorosi e violenti al centro dell'arena che si massacrano, con licenza di uccidere. Ne rimarrà vivo solo uno. E il pubblico deciderà poi la sua sorte.
Ne sono certo, sugli spalti nessun tafferuglio, il primo che si azzarda finisce nell'arena.
Che giorno triste, vi lascio con una riflessione di Mario Sconcerti: Una notte già scritta
La FUTURA briciola di un IMPERATORE
Fù on-line
Pensieri di quotidiana follia
Il Blog di Miki
Una parte di mie vecchie creazioni web
L'isola del Tesoro
Mario Giglio e l'Orchestra Siciliana
La torre di babele
Il blog di Pino Scaccia
Apparire ridicoli per essere presi sul serio
I pensieri di Davidonzo
Il meravOglioso mondo di Oruam
O2 - OruaM:MaurO
il suo Space e non poteva mancare il suo blog
Trent'anni con l'orologio biologico che incalza
Voglioesseremamma
MondoPorcello Blog
Panino di Mortadella
Napul'è...
Lina
L'origine di tutto
dBlog.it - Open Source e
il blog di Marlenek
Template per Blog (grazie per il tifo)
eStrix
Ferrovie per passione
Ilmondodeitreni