Oggi casualmente salgono sul bus i diligentissimi (e giovanissimi) controllori dell'Atac. Con il loro bel tesserino con su scritto "Polizia Amministrativa", iniziano a verificare i biglietti dei passeggeri a bordo.
Un autobus onesto il nostro, nessuna irregolarita, ad esclusione di un'esilarante scenetta tra uno di questi ragazzetti ed un signore con parecchie primavere alle spalle.
$controllore: "Signore buongiorno, mi favorisce il suo biglietto o abbonamento?"
$passeggero: "E perchè dovrei mostrarlo a lei?"
Un attimo di spaesamento e...
$controllore: "Sono un addetto al controllo dei biglietti, vede il tesserino?"
$passeggero: "E che significa lei non vede che io sono Cavaliere del Lavoro, non la vede la spilla?"
$controllore: (alterandosi) "Che fa prende in giro? Guardo che sto facendo il mio lavoro e sono un pubblico ufficiale!"
$passeggero: (alzando molto la voce) "Un pubblico ufficiale? Se fosse tale, avrebbe il cappello, non il tesserino"
$controllore: "E adesso che c'entra il cappello! Moderi la voce e favorisca il biglietto"
$passeggero: "Lei non è un pubblico ufficiale e a lei non mostro nulla!"
$controllore: (componendo il 112 sul telefonino) "E adesso le chiamo una pattuglia di pubblici ufficiali col cappello così è contento!"
$passeggero: "Chiami chi le pare, ma quando questo era un paese serio, i pubblici ufficiali portavano il cappello".
Ed è sceso...
Insomma, è tutta questione di cappelli...
Sono 4 giorni che sto ansiogeno fin dal mattino appena alzato. Pensieroso, riflessivo, irrequieto. Per giunta, mi danno anche del filosofo...
Insomma, sento attorno a me una situazione che non è proprio rilassante come vorrei, anzi. Se non altro reggo botta, stringo i denti e cerco di non perdere colpi (mannaggia alla memoria).
Mi consola sentire il fresco la mattina e la sera durante gli spostamenti casa-lavoro-casa, soprattutto al ritorno, quando l'aria frizzante mossa da un leggero vento porta via polveri ed odori di città, lasciandoti la possibilità di pensare olfattivamente al profumo della montagna innevata. Poi, se ci metti anche l'odore dolcioso del cornettificio vicino casa. Mmmmmm.
Inizio ad avere nuovamente necessità di un distacco completo da tutta una serie di cose.
Vorrei ma non posso.
Fosse questa la causa ansiogena?
31
Da vergognarsi di essere italiano.
E non mi riferisco al fatto tragico della A1, che non doveva mai accadere e non sarebbe accaduto se solo per un istante si riuscisse a considerare il tifo per una squadra unicamente una passione e non l'appartenenza ad una fazione militare. Mi voglio invece concentrare su un discorso ancora più preoccupante. Gli Ultras oramai controllano il Calcio Italiano, sono loro che decidono l'andamento delle partite, se giocarle o meno e forse, grazie a minacce fisiche e psicologiche, anche i risultati. Ci lamentavamo di Moggi, ma abbiamo davanti un problema ben più grande.
Ancora più preoccupante, per uno stato civile e democratico come il nostro (!?!) è il livello di preparazione militare e di guerriglia che queste frange armate e impazzite hanno oramai raggiunto, capaci di trasformare uno stadio in un campo di battaglia, di devastare dovunque passano, e, nonostante le nuove norme, ancora girano a volto coperto e usano biglie, bastoni, coltelli e armi improprie. Si va allo stadio per UCCIDERE. Il G8 di Genova in confronto era una scampagnata di Boy Scout. E la Polizia che non ha il potere di fermarli.
Questa credo sia pazzia.
Ripeto, non voglio commentare quanto accaduto ad Arezzo, per rispetto alla memoria di un ragazzo morto in una situazione che saranno gli specialisti a dover sbrogliare, ma il livello selvaggio di certi animali, perchè non si possono definire persone, e mi spiace di offenedere gli animali paragonandoli a certi esseri, deve far preoccupare e richiede dal potere politico una forte presa di posizione. Qui non si sta a discutere di un cazzo di pallone rotondo, qui si sta discutendo del vivere civile in una nazione. La nostra.
Nove mesi fa, in occasione degli incidenti di Catania e della tragica morte di Filippo Raciti scrissi proprio su queste pagine la mia preoccupazione Siamo entrati in guerra? A nove mesi di distanza una tragica conferma.
SI!
E riconfermo le accuse e le condanne espresse in quell'occasione. Se il calcio è questo. Allora basta, chiudiamo gli stadi, andiamo fuori dalle coppe, non siamo un popolo che può vivere serenamente una passione sportiva.
Oppure riapriamo le arene e lasciamoli uccidere tra di loro. Forse in una sola mossa risolviamo tanti problemi.
E poi ci lamentiamo dei Rumeni che sono violenti... oramai ci prendono in giro anche gli Inglesi, che sono notoriamente fumantini se si parla di Football...
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