Fino ad ora mi sono astenuto da scrivere commenti su quanto sta accadendo nel mondo del calcio, ma tutto quello che ne sta venendo fuori, a parte essere un segreto di pulcinella, è probabilmente una minima parte di un marciume generale che ha oramai coinvolto tutto l'universo pallonaro.
Da parte mia non c'è più quello spirito di divertimento e coinvolgimento che negli anni passati mi spingeva a seguire una partita la domenica. Abbastanza disgustato dalla mercificazione dello sport, che per me decoubertianamente rimane unicamente una forma di svago e di sani principi di lealtà e rispetto, oramai ho volto lo sguardo ad altre discipline, ancora in parte pulite e meno commercializzate.
Oh, non che mi dispiaccia se la Nazionale vince il mondiale, ma stando così le cose... la vedo moooooolto difficile.
Secondo me, la sorpresa di tutta questa fiera sarà la conquista dello scudetto da parte dell'Inter. Si si, ho scritto bene, retrocesse o penalizzate Juve e Milan, l'Inter conquista uno scudetto.
Ma sarà vera gloria?
Se dovesse accadere, sarebbe onesto ingenerare la stessa polemica che c'è stata mesi fa quando la Roma si è aggiudicata il record di vittorie consecutive e da più voci, specie lungo le rive del Po, si è parlato di una conquista di poco conto perchè ottenuta con squadre di media classifica. Beh... almeno sono state vittorie pulite, non grazie a rigori strabici o gol in attesa del triplice fischio.
Ma torniamo a parlare di calcio malato. Adesso non basta più l'aspirina. Azzerati i vertici simil mafiosi imparentati con l'anonima società di sequestri arbitrali, sarebbe necessario tornare ad un calcio di valori, non legato a miliardi, sponsor e giocatori ultrastrapagati. E' anche un'offesa nei confronti di chi il misero stipendio mensile se lo suda veramente lavorando.
Un anno di sospensione del campionato, forse la soluzione più drastica ma efficace. Manderebbe in crisi tutto il castello di carte, costringendo le società a ripartire veramente da zero, a contare sul valore delle persone e non unicamente sui nomi. Attraverso nuove regole ben precise, perchè oramai, in un mondo dove tutti si sentono grandissimi furbi, l'onesta e la fiducia, non contano più nulla. E se per un anno quei bambinoni in calzoncini che corrono dietro ad una palla rimanessero senza lavoro... beh, nessuno di noi credo possa pensare che rischino di morire di fame. Forse avrebbero meno veline con cui andare a letto, ma pure di pippe non si muore. Anzi un anno di tutti i loro stipendi, ingaggi e sponsorizzazioni, li donassero alle persone che ne hanno veramente bisogno e non riescono a far quadrare i conti alla fine di ogni mese. O lo stato stesso, istituendo un fondo dove far convergere tutti quei miliardi di euro e con quei soldi potrebbe aiutare le categorie più deboli. O risanare i debiti nazionali. Allora si che forse le loro pedate servirebbero a qualcosa di veramente utile.
Nel frattempo noi non considerandoci immuni da quanto accaduto. Tutto questo è anche in parte colpa nostra. Della nostra "bramosia" di seguire e somigliare ai nostri paladini in calzoncini. Bramosia che a sua volta ingenera un'ulteriore fattore negativo, che è la violenza sugli spalti. Orde di simil tifosi disposti ad uccidere pur di difendere un pallone. Tutti vittime e carnefici.
Questa è follia pura.